Da diverso tempo gli studiosi non parlano più di “intelligenza” ma di “intelligenze” e hanno evidenziato come gli individui si differenzino nell'adottare stili di apprendimento e memorizzazione differenti.
Non una...ma sette intelligenze
Il primo
a teorizzare
diversi tipi di intelligenze diverse è
stato Howard
Gardner,
psicologo e docente
statunitense.
Ciascun
individuo secondo
l'autore possiede
sette i tipi di intelligenza
che gestisce
ed usa in modi differenti, privilegiandone
alcune rispetto ad altre.
Vediamole nel
dettaglio:
- l’intelligenza linguistica che riguarda la sensibilità per il suono, l’organizzazione delle parole, il significato e le diverse funzioni del linguaggio;
- l’intelligenza logico-matematica che si riferisce alla capacità di accedere all’universo simbolico dei numeri, stabilendo rapporti e formulando regole;
- l’intelligenza spaziale che attiene alla capacità di percepire forme, di riconoscere elementi visivi e saper organizzare lo spazio;
- l’intelligenza cinestesico-corporea che si esplica nella capacità di gestire, organizzare ed utilizzare il proprio corpo per fini pratici o espressivi;
- l’intelligenza musicale che rimanda alla capacità di distinguere e riprodurre una serie di suoni organizzati aritmicamente;
- l’intelligenza intrapersonale che evidenzia la capacità di entrare in rapporto con le proprie emozioni, essendo in grado di viverle in modo soddisfacente e sapendole esprimere;
- l’intelligenza interpersonale che si esprime con la capacità di entrare in rapporto positivo con gli altri, cogliendone la personalità, le intenzioni e costruendo un positivo rapporto comunicativo.Un modello tripartito dell'intelligenza
Un altro illustre
psicologo statunitense,
Robert
Sternberg,
ha invece distinto
l’attività intelligente in
tre modalità
fondamentali: analitica,
pratica e creativa.
Il pensiero
analitico che riguarda la capacità di analizzare, prendere in
esame, valutare, giudicare, mettere in rapporto, confrontare;
Il pensiero
pratico che comprende la
capacità di usare strumenti, sperimentare direttamente, applicare ed
attuare piani;
Il pensiero
creativo che
esprime la capacità di creare, scoprire, produrre, immaginare e
supporre.
Diversi stili di apprendimento
Due psicologi
italiani, Cesare Cornoldi e Rossana De Beni hanno inoltre
parlato di stili cognitivi ossia di tendenze particolari che gli
individui hanno nel percepire, nel ragionare, nel memorizzare e nel
risolvere i problemi.
Lo stile viene
descritto come una caratteristica modalità di elaborazione
dell’informazione o come la tendenza costante ad usare determinate
strategie nell’affrontare un compito.
Tali tendenze si
manifestano in maniera continua nel tempo e sono in grado di
influenzare anche aspetti della personalità come le interazioni
sociali, gli atteggiamenti e le reazioni emotive.
Gli autori
propongono un modello basato su cinque stili:
- Lo stile globale-analitico che rimanda alla tendenza, propria di ciascuno individuo, di privilegiare una percezione di dettaglio o d’insieme come ad esempio vedere prima “gli alberi o la foresta”;
- Lo stile sistematico-intuitivo che riguarda due modi distinti di procedere nell'analisi. Lo stile sistematico si caratterizza per una procedura a piccoli passi, dove vengono analizzati e presi in considerazione tutti i possibili dettagli, mentre lo stile intuitivo si esprime in prevalenza creando ipotesi globali che poi cerca di confermare o confutare;
- Lo stile visuale-verbale che si basa sulla distinzione tra individui che preferiscono il codice linguistico ed altri che sono più a loro agio nell’utilizzo del codice visuo-spaziale. Questo stile si evidenzia in modo più chiaro nella memoria: ci sono persone che ricordano meglio attraverso quella che può essere definita memoria fotografica e altre che invece ricordano meglio ciò che hanno ascoltato;
- Lo stile impulsivo-riflessivo che si basa sui tempi decisionali e riguarda i processi di valutazione e decisione nella risoluzione di un compito cognitivo particolarmente difficile: esistono persone che valutano più attentamente e altre che tendono a fornire risposte più impulsive;
- Lo stile dipendente-indipendente che riguarda le differenze individuali nell’attenzione consapevole, e la capacità di discriminare un dettaglio all'interno di un contesto, come una figura semplice collocata all’interno di una configurazione complessa. I “dipendenti dal campo” riescono con più difficoltà ad individuare e discriminare la figura semplice perché più attratti dall’insieme della configurazione mentre coloro che sono indipendenti dal campo riescono più facilmente ad estrarre gli elementi di riferimento dal contesto.
Conclusioni
Si comprende come tali teorizzazioni abbiano forti ricadute nel campo dell'istruzione e
come possano fornire agli insegnanti e a tutti coloro che si occupano di educazione, spunti utili per costruire percorsi di apprendimento che, tenendo conto delle differenze individuali, possano essere maggiormente efficaci e possano aiutare il ragazzo ad apprendere divertendosi!
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