COSA È?
- predisposizione biologica del piccolo verso chi si prende cura di lui e che è in grado di assicurargli la sopravvivenza;
- motivazione primaria basata sulla ricerca di contatto e conforto quando il bambino si trova nelle situazioni di pericolo;
- sistema che ha lo scopo di mantenere un equilibrio tra il bisogno di vicinanza ed il bisogno di esplorazione;
- comportamento che serve alla sopravvivenza e che assicura per questo il successo riproduttivo.
L’attaccamento è parte integrante del comportamento umano per tutto l’arco della sua vita e che fin dall’ inizio è possibile la presenza di “attaccamenti multipli” che variano.
DIVERSI STILI DI ATTACCAMENTO
Bowlby, insieme a Mary Ainsworth
psicanalista e sua collaboratrice, ha evidenziato l’importanza del ruolo della
madre come “base sicura” dalla quale
il bambino può allontanarsi per esplorare il mondo, sviluppare forme di
relazione con gli altri membri della famiglia e con il mondo e poi tornare.
Dalla possibilità o meno di avere un rapporto con una madre che fornisce
una base sicura, secondo gli autori, si strutturano i seguenti legami di attaccamento:
- 1) Stile Sicuro:
Tale stile è promosso da una figura che
si dimostra sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli
protezione nel momento in cui il bambino lo richiede.
L’adulto che ha sviluppato questo stile di attaccamento presenta le seguenti
caratteristiche: sicurezza nell’ esplorazione del mondo, convinzione di essere
amabile, capacità di sopportare distacchi prolungati, fiducia nelle proprie capacità e in quelle degli altri, un’immagine
di sé positiva e affidabile e una visone dell’altro come altrettanto positivo e
affidabile.
- 2) Stile Insicuro Evitante:
Il bambino che presenta questo stile di attaccamento è convinto che in caso d’aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato da questa.
Questo stile è strettamente legato ad una
figura di attaccamento che respinge costantemente il figlio ogni volta che le
si avvicina per la ricerca di conforto o protezione.
L’adulto che ha sviluppato questo stile presenta i seguenti tratti: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come “prevedibile”, tendenza all’evitamento della relazione per convinzione del rifiuto, apparente esclusiva fiducia in se stessi e tendenza a non chiedere aiuto, immagine di sé positiva e affidabile e immagine dell’altro come negativo e inaffidabile.
L’adulto che ha sviluppato questo stile presenta i seguenti tratti: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come “prevedibile”, tendenza all’evitamento della relazione per convinzione del rifiuto, apparente esclusiva fiducia in se stessi e tendenza a non chiedere aiuto, immagine di sé positiva e affidabile e immagine dell’altro come negativo e inaffidabile.
- 3) Stile Insicuro Ansioso Ambivalente:
Questo stile è strettamente connesso ad una figura che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e con la quale il
bambino sperimenta frequenti separazioni, e talvolta subisce minacce di
abbandono, usate come mezzo coercitivo.
Da adulto tenderà a presentare le seguenti caratteristiche: insicurezza
nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amabile, incapacità di
sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono, sfiducia nelle proprie
capacità e fiducia nelle capacità degli altri, immagine di sé negativa e
inaffidabile ed immagine dell’altro come positiva e affidabile.
- 4) Stile Disorientato/Disorganizzato:
Main e Salomon nel 1986 hanno proposto questo quarto stile di attaccamento osservando alcune caratteristiche dei bambini che non rientravano nei tre stili precedenti.
I bambini con questo stile appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento o portano le mani alla bocca con le spalle curve quando si ricongiungono ai genitori dopo una breve separazione.
I bambini con questo stile appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento o portano le mani alla bocca con le spalle curve quando si ricongiungono ai genitori dopo una breve separazione.
Altri bambini disorganizzati, invece, manifestano
comportamenti conflittuali, mentre si avvicinano ai genitori tendono a girare
loro intorno ed altri ancora appaiono disorientati, sembrano essere congelati
in tutti i movimenti e assumono espressioni simili alla trance.
Lo stile di attaccamento disorganizzato può manifestarsi
anche nei bambini che si avvicinano al
care-giver (figura di attaccamento) evitando
il suo sguardo.
E' POSSIBILE CAMBIARE STILE D'ATTACCAMENTO?
Bowlby sempre nel 1969 definì “Modelli Operativi Interni”
le rappresentazioni mentali che gli individui costruiscono nel corso
dell’interazione col proprio ambiente.
Essi permettono al bambino, e poi all’adulto, di prevedere il comportamento
dell’altro, guidando le proprie risposte, soprattutto in situazioni di ansia o di
bisogno.
Gli schemi interiorizzati del bambino,
nei primi anni di vita, possono continuamente essere ridefiniti sulla base dei
cambiamenti della realtà esterna e della relazione con la figura di
attaccamento che muta con la crescita del bambino.
Essi possono successivamente cambiare quando, ad esempio, un genitore cambia il
suo atteggiamento nei confronti del figlio.
E IL PADRE CHE RUOLO SVOLGE?
La psicoterapia della
Gestalt ha avuto il merito di evidenziare come la funzione paterna non
sia solo secondaria e supportiva rispetto alla relazione madre- bambino ma sia significativa
in quanto tale, essenziale e preziosa, densa di valore.
Il padre partecipa infatti direttamente
alla determinazione di un campo relazionale unico, che esiste anche grazie alla
sua presenza.
Non potrà esistere quella madre
di quello specifico bambino senza quel determinato padre e allo stesso modo la
relazione madre-bambino non sarà solo influenzata dalla presenza del padre ma sarà
condizionata anche dalla funzione paterna.
Agli inizi degli anni Ottanta un
gruppo di ricercatori di Losanna si focalizzò su un progetto che aveva lo scopo
di osservare la famiglia come unità, in un'ottica finalmente triadica,
introducendo per la prima volta il concetto di triangolo primario (Fivaz
Depeursinge E., Corboz Warnery A.; 2000).
I ricercatori evidenziarono l’importanza
della qualità della relazione triadica, che è migliore quando i tre:
·
si includono
vicendevolmente nel gioco;
·
si attengono ai
loro rispettivi ruoli;
·
sostengono un
obiettivo condiviso;
·
restano in
contatto.
CONCLUSIONI
E’ importante sottolineare come la
teoria dell’attaccamento e le sue evoluzioni successive hanno il merito di aver
sottolineato che l’individuo è un essere-in relazione, fin
dalle prime fasi della sua vita e che la qualità delle relazioni, sia con la
madre che con il padre, avrà una ricaduta nella costruzione dell’identità e nel
modo di relazionarsi al mondo.
E’ inoltre fondamentale ribadire che gli
individui elaborano le esperienze reali,
interiorizzandole nel proprio specifico modo.
Le persone inoltre sono inserite in un contesto relazionale, in cui ogni membro interagisce con l’altro e può per questo, modificarne quindi anche le rappresentazioni interne.
Le persone inoltre sono inserite in un contesto relazionale, in cui ogni membro interagisce con l’altro e può per questo, modificarne quindi anche le rappresentazioni interne.
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